Dopo aver estratto e separato le celle ed aver rimosso, facendo leva con delle pinze, ciò che rimane delle lamelle punzonate che abbiamo precedentemente troncato per dividerle (in genere troveremo le batterie accoppiate due a due, ma per controllarle singolarmente con la nostra strumentazione e necessario separarle) , abbiamo finalmente le nostre 18650 che useremo per preparare un pacco batteria composto da una o, nella maggioranza dei casi, svariate celle.
In qualsiasi caso, abbiamo prima bisogno di predisporre dei punti di saldatura per poterle poi collegare tra loro di modo da raggiungere diversi voltaggi (in serie) e/o diverse capacità. Prima di deporre lo stagno, puliremo con dei “cotton fioc” imbevuti di alcool (o ancor meglio di liquido flussante) le superfici su cui andremo ad intervenire.
N.B. Consiglio, per effettuare le operazioni di seguito descritte in sicurezza e precisione, l’uso di una bella “morsa” che tenga ben salde le celle.
Considerata la ridotta superficie, per il polo positivo, un saldatore tra i 50 e i 100 watt è più che sufficiente per depositare lo stagno, ed essere certi che faccia la dovuta presa, Sarebbe bene usare un saldatore con una punta abbastanza fina onde evitare, durante la deposizione, la possibilità di toccare, con la punta stessa, la carcassa metallica della batteria (il polo negativo), innescando così un pericoloso cortocircuito che, se non rimosso istantaneamente, può farla anche esplodere, e comunque può irrimediabilmente distruggere la cella che con tanta fatica abbiamo rimosso dal contenitore
Per il polo negativo, invece, consiglio di usare un saldatore più potente (200-300 watt) in quanto la superficie su cui effettueremo la saldataura, essendo ampia e parte integrante della carcassa della batteria, si scalderà con molta più difficoltà, e, se non arriverà, in breve tempo, alla necessaria temperatura, si rischia di fare una saldatura “fredda” (che potrebbe facilmente distaccarsi quando meno ce lo aspettiamo).
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