Ora che abbiamo estratto dai contenitori, separato le celle 18650, e preparate per essere saldate l’una con l’altra, nulla ci potremmo fare se non avessimo a disposizione uno strumento che ci permetta innanzi tutto di ricaricarle, e successivamente,di verificarne il grado di efficienza, per poterle poi “accoppiare” in modo corretto (argomento di un prossimo post).
A questo scopo, esistono in commercio vari modelli di caricabatterie molto sofisticati, (sono dei veri e propri “microcomputer”), con cui avremo la possibilità di determinare il funzionamento e la capacità di ogni singola cella con un elevato grado di precisione. Uno dei più efficienti, conosciuti, (ed economici) è senz’altro l’ Imax B6 (nella foto). Questo piccolo ed economico “gioiellino”, oltre a permettere la gestione di ogni tipo di batteria (litio, piombo, NiCd, NiMH), ha perfino la possibilità di essere interfacciato ad un pc (ma per collegarlo, c’è da lavorarci un po,,,)
Per ciò che vogliamo ottenere, non è necessario comunque collegare un pc e installare Log View, un programmino gratuito e liberamente scaricabile, che, se proprio lo desideriamo, può chiarire ogni più piccolo dettaglio sul funzionamento delle celle. (Nella seconda foto potete vedere il programma in azione su un mio pc).
Vista la sua (almeno per noi) inutilità, non sarà argomento di questo post.
Nella confezione dell’Imax B6 si trovano vari accessori di cavetteria che sono quelli comunemente utilizzati per collegarlo a vari tipi di batterie preconfezionate (in genere ad uso “Modellistico”) senza così dover perdere tempo a preparali. Nel nostro caso, invece, dovremo noi provvedere a preparare qualcosa ad hoc per potervi inserire le batterie che vogliamo testare
Per le nostre 18650 consiglio di acquistare un contenitore plastico che ci premette di collegarne una (o più) al nostro Imax, sfruttando i terminali a “banana”.
Ora che abbiamo collegato la batteria, non faremo altro che accendere il nostro strumento, scegliere il programma “Lipo Charge”, e premere il tasto “enter”.
A questo punto sul display compariranno varie informazioni quali, ad esempio, il numero delle celle collegate (in questo caso una) la tensione a cui si trova la cella (0-4,2 V.) e dopo circa 2 min. inzierà la ricarica. Il valore segnalato sul display prima della lettera A (Ampere), si decrementerà fino ad arrivare alla completa ricarica che verrà segnalata dallo squillare di un cicalino, e dalla comparsa della scritta FULL.
Una volta eseguita la completa ricarica, potremo finalmente passare a verificare qual’è l’effetivo valore di ciò che abbiamo recuperato, e i suoi possibili usi futuri.
Per far questo, abbiamo bisogno di conoscere quanti milliampere/ora la cella è in grado di erogare, perchè, ovviamente, è stata usata e sicuramente avrà perso il valore nominale indicato dal costruttore (per altro quasi mai reale, e quasi sempre minore di quanto dichiarato).
Scegliamo questa volta il programma Lipo DISCHARGE, settiamo il valore della corrente di scarica a 1.0 A (Ampere) e la tensione a 3.0 V (Volt), premiamo il tasto “Enter” ed inizierà il ciclo di discarica.
A questpo punto, sul dsplay compariranno varie informazioni quali: La corrente di discarica (1.0 A), la tensione della batteria (che man mano si decrementerà fino ad arrivare a 3.0 V), la durata del ciclo di scarica (indicato con DSC). Subito dopo compare un contatore di 5 cifre senza alcuna indicazione…. Quel valore è quello che ci interessa perchè, una volta terminato il ciclo, ci dirà esattamente quanti milliampere è in grado di erogare in un ora di funzionamento senza superare la soglia di discarica fissata a 3.0 volt (oltre la quale è consigliabile non scendere, se vogliamo avere possibilità molto concrete di allungare la vita della cella, spesso “oltre ogni più rosea previsione”)
Ora finalmente conosciamo il suo effettivo valore e perciò potremo decidere se e come utilizzarla. Per di pù, nel caso in cui avessimo la necessità di preparare pacchi di batterie composti da più celle collegate in parallelo (per aumentarne la capacità di erogazione in corrente) avremo modo di scegliere quelle con la stessa capacità per ottenere che, quando usate, si scarichino (e ricarichino) nel modo più simile possibile. Ciò sicuramente contribuirà ad un sostanziale corretto funzionamento delle stesse e ad un allungamento della vita di ogni singola cella utilizzata.
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